PARTE 2

Viste le molte richieste mi appresto a scrivere le tecniche che ho utilizzato per iniziare a studiare l’inglese.
Dove eravamo rimasti?
Ah si, avevo 26 anni, non parlavo neanche una sola parola d’inglese, anzi avevo crisi comportamentali ogni volta che veniva anche solo nominato, senza parlare di quando lo sentivo.
Scelsi di iscrivermi a un master, dove la consocenza dell’inglese era un criterio fondamentale, mi ritrovai ad avere meno di un anno per arrivare almeno a una conoscenza scolastica. Fortunatamente anche prima del master in analisi comportamentale, avevo già fatto molti corsi e conoscevo molte tecniche.
LE TECNICHE CHE ANDRO’ ORA A DESCRIVERE NON SONO LE TECNICHE PIU’ ADATTE PER IMPARARE UNA LINGUA, ANZI MOLTO SPESSO SONO CONSIDERATE CONTROPRODUCENTI DA MOLTI INSEGNANTI. SONO TECNICHE CHE SERVONO SOLO QUANDO UN RAGAZZO ODIA LA LINGUA, E HA DIFFICOLTA’ COMPORTAMENTALI A IMPARARLA. SONO TECNICHE CHE BISOGNA METTERE IN PRATICA AFFINCHE’ POSSA, NEL FUTURO, APPRENDERE LA LINGUA CON IL METODO CLASSICO. SE IL RAGAZZO NON HA AVVERSIONE PER LA LINGUA INGLESE NON SONO TUTTE UTILI!
- DESENSIBILIZZAZIONE ALLA LINGUA
Quando decisi di mettermi a studiare inglese il problema più grosso fu che non riuscivo ad ascoltarlo, sentire una voce che parlava inglese mi faceva venire la nausea e il mal di testa. Mi veniva un enorme nodo alla gola e mi innervosivo. Quindi mi sono chiesta: come invertire questa cosa?Sicuramente non lo potevo fare con l’inglese britannico, era troppo avversivo, cominciai pertanto con “l’inglese maccheronico”, chiesi alla mia insegnante di fare violenza su se stessa e iniziare a studiare e a parlarmi con un accento che fosse quanto meno inglese possibile. Parallelamente univo l’ascolto di questo inglese sbagliato a cose belle, per esempio birra e patatine (io ero adulta non date la birra ai bambini!!!). Piano piano sono passata ad ascoltare altri inglesi non “autentici”, fino ad arrivare all’americano. Questo è un processo di desensibilizzazione a stimoli avversivi!
2. APPRENDIMENTO SENZA ERRORI
Chiesi alla mia insegnante di prepararmi dei testi solo con parole che conoscevo, e di aggiungere una massimo due parole nuove. Di non farmi domande a cui non era sicura sapessi rispondere. All’inizio le chiesi di presentarmi solo esercizi che non avrei potuto sbagliare.
3. FRASI DA NON DIRE
Bandii dalle lezioni queste frasi: MA DAI CHE LA SAI! PANSACI CHE CI ARRIVI! QUESTA E’ FACILE. Se la risposta non arrivava entro 3 secondi e io non chiedevo più tempo lei doveva suggerirla subito, senza commentare con va bhe te la dico io, sei sicura che non lo sai? Non far paragoni con altre persone, non dire questa la sanno tutti come fai a non saperlo ecc..
4. ELENCO DELLE PAROLE DIFFICILI
Mi feci fare un elenco delle traduzioni letterali di tutte le paroli più comuni, compresi articoli, pronomi, avverbi ecc… Dove veniva scritto tutto nei minimi dettagli, ad esempio:
her = sua/suo/suoi/sue/ DI LEI
the= il, lo, la, i, gli, le.
on= su
on the= sul
molti ragazzi vanno in crisi con quelle che in italiano chiamiamo preposizioni articolate, è sempre il caso di non darle per scontate.
5. PASSARE SEMPRE DALL’ITALIANO
Quando dovevo tradurre dall’italiano all’inglese, INIZIALMENTE, mi facevo già posizionare le parole nel corretto ordine anglosassone, per due motivi. Primo bisogna allenare una competenza per volta, già facevo fatica a ricordare la traduzione delle parole, se poi dovevo anche metterle al posto giusto diventava impossibile. Immaginate che il mio scopo sia insegnare nuove parole e il ragazzo riesce a tradurre tutto correttamente, ma sbaglia l’ordine, non potrò premiarlo per esserci riuscito, perchè dovrò apporre delle correzioni e lui avrà fallito di nuovo. Potete anche dire a voce: “bravo ci sei riucito”, ma se anche con tutta la delicatezza emotiva possibile correggete, lui sentirà di aver sbagliato. Parliamo sempre di ragazzi con una storia d’apprendimento travagliata alle spalle. Secondo motivo allenavo la mia mente a parlare in italiano, ma nell’ordine inglese e questo ha poi facilitato il futuro quando ho dovuto produrre frasi dal nulla, perchè non dovevo riflettere dove mettere cosa, ma costruivo la frase italiana già nel giusto ordine. Il concetto di “devi pensare in inglese e non tradurre nella tua testa” è una cosa che avviene molto più avanti!
es le frasi che dovevo tradurre erano: Hai tu mai sentito la canzone? la sua di lui vecchia e verde macchina.
e questo mi ha aiutato moltissimo anche nel fare poi le traduzioni dall’inglese all’italiano.
6 COMINCIARE DA CITAZIONI E NON DA TESTI.
cominciai con il capire le piccole frasi motivazionali e i meme su facebook, cominciai a guardare i video su you tube in particolare di ragazzi amerciani che studiavano italiano e sapevano come dire le parole per essere più comprensibili agli italiani, o ancora meglio quelli che imitavano l’accento italiano.
7 LEGGERE I RACCONTI DELLE GIOVANI TEENAGER AMERICANE
Invece di leggere romanzi complicati con un inglese complesso, sono adata sui siti dove ragazze giovani scrivevano i loro racconti. Erano corretti dal punto di vista grammaticale? no assolutamente, ma ripetevano sempre le stesse parole, i testi erano facili, immediati e PIENI DI DIALOGHI che sono la parte più facile.
Questi sono solo alcune tecniche che ho usato per invertire l’odio che provavo per questa lingua, ci sto ancora lavorando tantissimo, perchè ancora oggi, dopo tutto il mio impegno se qualcuno mi corregge o fa notare un mio errore con la lingua inglese divento improvvisamente muta.
La cosa migliore sarebbe non arrivare a questo punto, ma se voi o i vostri figli ci siete già, non tutto è perduto, io ci sono riuscita, non è stato facile, non è stato veloce, ci sono stati tanti pianti e tante urla (e avevo 26 anni), la mia insegnante e il mio ex marito sono stati pazienti, comprensivi, accoglienti e questo è servito.
Un abbraccio
Sara

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